Capire quanto si pagherà per assicurare la propria auto non è semplice. Il premio RC Auto non è mai fisso: cambia da persona a persona, da veicolo a veicolo, da compagnia a compagnia. Il calcolo si basa su una somma di infiniti fattori, alcuni tecnici, altri statistici, altri ancora dipendenti da scelte contrattuali specifiche.
Il risultato finale è una cifra che può variare anche di molto tra due assicurati con auto simili. E difatti, a volte, la cosa migliore da fare per ridurre i costi è guardarsi intorno. Ci sono online siti web specializzati in comparazione, i quali effettuano questo lavoro in pochi istanti e in modo molto accurato. Uno tra i più celebri e cui è bene affidarsi è lo stesso IVASS che, al sito Preventivass, permette di comparare diverse proposte assicurative. Esistono anche compagnie che possono offrire scontistiche grazie a partnership come Assicurazione.it che, alla pagina dedicata alla comparazione dei preventivi, permettono di filtrare, ordinare e cercare le compagnie che offrono le condizioni migliori per ogni cliente.
In aggiunta alla comparazione, è utile conoscere le dinamiche che fanno aumentare il costo del premio, in modo da poter agire in modo intelligente per proteggersi dai rincari. Vediamo tutto in dettaglio.
Come si calcola il premio assicurativo RC Auto
Il premio è il costo che l’assicurato paga alla compagnia in cambio della copertura assicurativa. Il calcolo segue una logica strutturata, che si articola in tre componenti principali: premio puro, caricamenti e imposte.
Il premio puro è legato alla probabilità che si verifichi un sinistro e al costo medio di ciascun evento. I caricamenti sono i costi interni della compagnia (amministrazione, provvigioni, utile). Ci sono, infine, le imposte, che arrivano in Italia fino al 26,5% del totale, tra contributo al SSN e tasse regionali.
Nello specifico, le variabili che incidono sul prezzo finale includono la classe di merito (CU), cioè il livello di rischio calcolato in base alla storia assicurativa del conducente, la residenza, che influisce in base alla frequenza locale di incidenti e furti e, infine, l’età del conducente: le tariffe sono più elevate per i neopatentati e più basse per gli over 30 con buona condotta.
Incidono anche le caratteristiche tecniche del veicolo, in particolare la cilindrata e i cavalli fiscali (non i kW, che rilevano solo ai fini del bollo auto) e la presenza di coperture accessorie come kasko, eventi atmosferici, tutela legale.
Un altro fattore decisivo è il tipo di utilizzo: un’auto impiegata per lavoro avrà un premio più alto rispetto a una usata solo nel tempo libero. Inoltre, elementi come la presenza di antifurto, airbag o black box possono ridurre la tariffa.
Le scelte contrattuali che influenzano il costo
Molte decisioni prese al momento della stipula possono avere un impatto diretto sul premio. Un esempio è la franchigia: scegliendone una più alta si ottiene una riduzione del costo, perché parte del danno resta comunque a carico dell’assicurato. Questa opzione è utile per chi guida poco o ha una guida prudente, ma comporta un rischio maggiore in caso di sinistro.
Un’altra leva è il massimale, cioè il tetto massimo che la compagnia rimborsa in caso di danni. I massimali minimi sono imposti per legge (6.450.000 euro per danni a persone, 1.300.000 euro per cose), ma si può scegliere di aumentarli. Più il massimale cresce, più il premio aumenta, ma la copertura sarà più solida.
Anche la modalità di pagamento incide: pagare in un’unica soluzione annuale permette di evitare i costi aggiuntivi legati alla rateizzazione. Alcune compagnie applicano sconti specifici proprio a chi sceglie il pagamento anticipato completo.
Infine, la classe di merito può essere migliorata sfruttando la Legge Bersani o la RC familiare, con le quali si può acquisire la CU più favorevole di un altro veicolo dello stesso nucleo familiare.
Le strategie più efficaci per abbassare il premio
La miglior strategia è quella di agire su più fronti. Prima di tutto, bisogna valutare solo le coperture accessorie davvero necessarie. Se l’auto è custodita in garage e ha un valore limitato, le coperture per atti vandalici o furto potrebbero non essere indispensabili. Ridurre le opzioni accessorie significa ridurre anche il premio.
Altra opzione è valutare il passaggio a polizze a consumo o a chilometraggio, sempre più diffuse tra chi percorre pochi chilometri all’anno: si paga in proporzione all’utilizzo reale dell’auto, con risparmi molto interessanti rispetto alle polizze tradizionali.
Le compagnie più innovative offrono sconti in cambio dell’installazione della scatola nera, che monitora stile di guida e tragitti. È una scelta adatta a chi ha una guida regolare e responsabile, e può portare vantaggi sia economici che in caso di sinistro.
Infine, la strategia più semplice e sempre valida resta quella di confrontare più preventivi prima di sottoscrivere o rinnovare la polizza. A parità di profilo e condizioni, le tariffe possono cambiare molto da una compagnia all’altra. La differenza non è solo nel prezzo, ma si trova anche nella struttura stessa del contratto, nei massimali, nelle franchigie e nelle condizioni di rivalsa.