Tassa di successione su immobili e conti correnti: chi paga e come si fa il calcolo

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La tassa di successione è un importo dovuto all’Erario nel momento in cui un individuo subentra e ottiene le posizioni giuridiche di un altro individuo. Per semplificare, si tratta di una tassa che deve essere pagata quando si ereditano immobili, beni mobili, denaro o diritti e titoli bancari e può essere anche detta imposta di successione.

Nelle prossime righe vedremo insieme nello specifico il funzionamento dell’imposta di successione e in quali casi deve essere pagata.

Come funziona, come si calcola e come evitare di pagare la tassa di successione

Come abbiamo detto, nel momento in cui una persona decede e qualcun altro eredita i suoi possedimenti interviene l’imposta di successione, che l’erede deve quindi all’Erario.

Il passaggio di eredità viene anche detto eredità di successione.

Gli eredi devono quindi compilare una dichiarazione di successione, dalla quale si deduce l’imposta da pagare. Devono compilare tale dichiarazione anche eventuali terze persone chiamate con testamento a percepire l’eredità, i legatari, gli amministratori dell’eredità e i curatori.

La presentazione della dichiarazione va fatta entro 12 mesi dall’apertura della successione, coincidente con la data di decesso del proprietario dei beni.

Il calcolo, viene fatto sulla base dell’imponibile derivante dal valore dell’attivo dei beni e di eventuali passivi, tra cui debiti, spese mediche del defunto negli ultimi 6 mesi e spese funebri.

Le aliquote si attestano tra il 4% e l’8% sull’imponibile, oltre al versamento delle imposte catastali (2%) e altri tributi minori (1%).

Normalmente i coniugi e i figli pagano l’aliquota del 4%, eventuali fratelli o sorelle il 6%, mentre ogni altra persona chiamata a percepire l’eredità dovrà all’Erario l’8% sull’imponibile.

La tassa di successione non è invece dovuta nel caso in cui non siano presenti beni immobili all’interno dell’eredità e quando i parenti in linea diretta col defunto (figli, coniugi etc..) percepiscono un importo inferiore ai 100 mila €. In questo caso parliamo quindi di franchigia, cioè soglia esente dal pagamento dell’importo per la successione.

Possiamo quindi notare che nel caso di eredità di somme in denaro sotto una certa soglia è possibile non pagare l’imposta di successione, mentre quando si tratta di immobili è obbligatorio compilare la dichiarazione di successione per il trasferimento del diritto di proprietà.

Tassa di successione tra genitori e figli chi deve pagare e da che importo: esempi di calcolo

Andiamo quindi ad analizzare l’imposta di successione relativa al rapporto genitori e figli che viene pagata più comunemente e di frequente.

In questo caso si devono sommare tutti i beni immobili e i diritti immobiliari, azioni e partecipazioni a società, veicoli, beni per ornamento dell’abitazione (mobili, gioielli, denaro liquido), aziende, pensioni e rendite.

A questo calcolo va sottratto il passivo ereditario, che consiste nella somma tra i debiti del defunto (debiti tributari, cambiali etc..), spese mediche sostenute nei 6 mesi antecedenti il decesso, spese funebri (con un massimo di 1.032,91 € deducibili) ed eventuali imposte pagate all’estero per la medesima successione.

Dalla differenza tra il valore tra attivi e passivi si ottiene l’imponibile, su cui i figli eredi dovranno versare il 4%.

Calcolo più complicato diventa l’inserimento di beni immobili nell’eredità, che necessita voce a sé.

In questo caso il calcolo va fatto sulla rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per un coefficiente specifico per ogni tipologia di edificio. Ad esempio la prima casa ha coefficiente 110, mentre se si tratta di terreni non edificabili il coefficiente è di 90.

La formula è quindi: coefficiente di riferimento categoria catastale*rendita catastale*5%.

Nella successione intervengono sempre le franchigie accennate nel paragrafo precedente e in questo caso notiamo che la tassa di successione va pagata se l’imponibile iniziale supera il valore di 1 milione di € e se ogni erede percepisce singolarmente un valore superiore ai 100.000 €.

Conti correnti, depositi bancari, btp e buoni postali fruttiferi, sono esenti dall’imposta di successione?

Superato l’ostacolo dei beni immobili, possiamo concentrarci sul denaro disponibile immediatamente e quello nel lungo periodo.

In questo caso osserviamo che la giacenza sul conto corrente ed eventuali depositi bancari concorrono alla formazione dell’imponibile come valori in attivo per dedurre l’imposta da pagare.

Al contrario, Btp, CCT, Bot e i buoni fruttiferi postali, analogamente a qualunque altro titolo di debito dello Stato, non rientrano nel calcolo dell’imponibile, per cui non è dovuta alcuna imposta di successione alla liquidazione di tali titoli.

Dove si paga e a chi si paga la tassa di successione

L’imposta di successione deve essere pagata all’Agenzia delle Entrate entro 60 giorni dalla dichiarazione di liquidazione dell’eredità. Oltre questo termine vengono applicati gli interessi di mora e di dilazione.

Il metodo più diffuso è quello della compilazione dell’apposito modello F-24 in cui vengono indicati i codici tributo per gli importi dovuti direttamente all’Erario e al Catasto.

L’F24 può essere così pagato presso l’istituto bancario, la Posta o direttamente presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate più vicino.