Come registrare una fattura estera

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Registrare una fattura estera: come funziona?

Sono molti i professionisti che, dovendo provvedere alla registrazione di una fattura estera, si trovano di fronte ad una sensazione di smarrimento. Come registrare una fattura intracomunitaria?

Proveremo a rispondere nell’articolo che segue.

Quando ci si trova davanti ad una fattura proveniente da un paese europeo è lecito chiedersi quale sia il modo più indicato di effettuare una registrazione.

Acquista da un paese diverso da quello di provenienza, in effetti, vuol dire qualche volta correre il rischio di commettere degli errori di contabilità al momento della registrazione della fattura.

Per fortuna, esiste una precisa procedura da seguire in questi casi.

Facciamo un po’ di chiarezza.

Come registrare una fattura intracomunitaria

Per prima cosa bisogna specificare che quando la fattura proviene da un acquisto effettuato all’estero, allora questa non deve avere l’iva, poiché l’acquirente è da considerarsi soggetto passivo e quindi debitore di imposta.

Fatta questa doverosa premessa, vediamo nello specifico come comportarsi quando ci si trova nella situazione indicata di sopra.

Come fare ad evitare gli errori?

Scopriamolo.

Fattura intracomunitaria: tutto quello che c’è da sapere

Quando ci si trova davanti ad una fattura emessa da un’azienda proveniente da un altro paese europeo, occorre adempiervi secondo delle precise modalità. Sono comunque escluse dal procedimento che a breve vi elencheremo le operazioni a titolo gratuito, quelle in cui cedente o cessionario siano un soggetto privato e i prodotti che restano nel paese europeo in cui si acquista.

Registrazione della fattura

Come avviene quindi la registrazione della fattura alla luce di questi piccoli chiarimenti? Per legge il compratore deve attribuire alla ricevuta un numero progressivo per il registro delle fatture emesse e uno per quelle ricevute. La fattura, tuttavia, deve poi essere corredata da diverse altre cose.

Occorre, ad esempio, che il professionista converta gli importi tenendo conto del cambio valuta, così da determinare la base imponibile in Euro. Inoltre, alla fattura bisogna integrare anche l’imposta relativa.

Venendo all’atto pratico della registrazione, bisogna poi precisare che il documento dev’essere appuntato negli appositi registri. Per la fattura emessa si fa riferimento al mese del ricevimento della fattura, mentre per quelle d’acquisto occorre effettuare la registrazione entro la stessa scadenza.

La fattura intracomunitaria, inoltre, deve essere registrata anche nel registro vendite.

Cosa accade però quando l’azienda estera indica l’Iva? In questo caso bisogna comunicare la svista e richiedere una nota di credito per lo storno dell’importo.

Integrando poi la fattura con l’Iva italiana è possibile compilare il modello Intrastat.

Cosa accade invece quando ci troviamo nei panni del venditore o di colui che presta il servizio? In questo caso occorre ragionare in modo differente. Quando siamo noi ad emettere la fattura dobbiamo obbligatoriamente inserire la dicitura non imponibile e comunicare l’applicazione del reverse charge.

L’Iva utilizzata quindi sarà quelle del Paese estero e anche questo va indicato.

Fatture intracomunitarie e fatture extracomunitarie

Quando si parla di fatturazione e registrazione, però, può tornare anche molto utile conoscere la differenza tra fatture intracomunitarie e fatture extracomunitarie. Nel primo caso, come abbiamo già specificato, si fa riferimento ad operazioni intracomunitarie, e dunque effettuate con aziende e società che fanno parte dell’Unione Europea. Per le fatture extracomunitarie, invece, si fa riferimento ad operazione effettuate invece con aziende e società che operano in Paesi Extra UE.

Il modello Intrastat

Abbiamo già detto che le fatture di acquisto devono essere obbligatoriamente segnalate nel modello Intrastat. Questo documento è stato istituito grazie all’ art. 50 del D.L. 331/1993, introdotto subito dopo l’eliminazione delle barriere nell’Unione Europea.

Nel modello Intrastat dunque devono essere incluse tutte quelle operazioni che un possessore di partita IVA registra in un periodo di tempo circoscritto.

Le fatture da indicare nel documento sono quindi tutte quelle che sono state emesse (o anche ricevute) da titolari di partita IVA che hanno ricevuto beni, servizi e pagamenti da un Paese estero.

A proposito di termini e scadenze, è importante sapere che la periodicità a cui la presentazione è soggetta varia a seconda di alcune soglie. Il modello Intrastat deve essere recapitato entro il 25 del mese successivo alla registrazione delle transazioni: hanno l’obbligo di rispettare una cadenza mensile tutte quelle operazioni aventi valore al di sopra dei 50.000 euro in un segmento di tempo della durata di 3 mesi, mentre per importi inferiori a questa cifra la cadenza stabilita è di trimestrale.

Tante altre però sono le soglie specifiche da rispettare. Nel caso di servizi intracomunitari ricevuti, ad esempio, la cadenza è mensile quando nei 4 trimestri precedenti l’importo è di almeno 100. 000 euro o superiore. Diversa è invece la situazione per chi nel trimestre precedente ha maturato un importo che non supera i 100.00: in questo caso la cadenza stabilita è trimestrale.

Per quanto riguarda la riconsegna, infine, il modello Intrastat deve essere spedito per via telematica all’Agenzia delle Dogane.