Dichiarazione di successione, chi è tenuto a farla e in quali casi?

Quando muore una persona cara si vive un momento di certo non piacevole o semplice da superare. Tuttavia, ci sono degli adempimenti burocratici da prendere in considerazione come, ad esempio, la dichiarazione di successione.

La dichiarazione di successione è un adempimento obbligatorio di natura fiscale che spetta agli eredi del patrimonio della persona defunta.

Tutto sulla dichiarazione di successione

Con questa dichiarazione gli eredi sono tenuti a comunicare all’Agenzia delle Entrate il loro subentro nel patrimonio della persona defunta.

Si tratta di un passaggio importante perché in questo modo, alla luce di quelle che sono le normative vigenti in materia, si potranno calcolare le imposte dovute per la successione.

Va ricordato che se non si desidera entrare in possesso delle quote del patrimonio del defunto è necessario dichiarare esplicitamente di volervi rinunciare.

Chi è tenuto a presentare suddetta dichiarazione? I cosiddetti chiamati all’eredità. In questa categoria rientrano gli eredi, eccetto quelli che hanno rinunciato, i legatari e i loro rappresentanti, gli amministratori e i curatori dell’eredità.

 Per chiarire ancora di più le idee si deve fare riferimento a quello che è il Testo Unico n. 346 del 1990 nel quale si parla in maniera specifica e approfondita di successioni, donazioni e relative imposte.

Sarà l’Agenzia delle Entrate a stabilire le modalità di presentazione della dichiarazione e del pagamento delle imposte dovute.

Si consiglia di consultare un’agenzia di disbrigo pratiche come www.bbspratiche.it per riuscire a seguire l’iter burocratico senza errori.

La dichiarazione in questione deve essere presentata entro 12 mesi dalla data di apertura della successione. Quest’ultima viene individuata nel giorno della morte della persona in questione, altresì denominato de cuius.

Cosa accade se si ritarda la presentazione della domanda? Sarà possibile incappare in sanzioni amministrative che più passa il tempo e più diventano salate. Meglio gestire il tutto entro quelli che sono i termini di legge prestabiliti, quindi.

Tra le altre cose da sapere ci sono degli aspetti tecnici. Ad esempio, è importante conoscere come si calcola la base imponibile nella dichiarazione di successione. Si tratta, per cercare di semplificare, di quel valore netto dell’eredità su cui si pagheranno le imposte.

Anche in questo caso, trattandosi di calcoli non sempre semplici, il consiglio è quello di rivolgersi a degli esperti, così da non commettere errori che potrebbero portare delle conseguenze su quelle che sono le somme dovute.

La presentazione della dichiarazione di successione può avvenire anche online, ma quello che conta è che tutto sia compilato e calcolato in maniera corretta.

Nella dichiarazione in questione, oltre ai calcoli di cui sopra, devono essere inseriti anche altri dati così come specificato dalla normativa vigente in materia.

Saranno, quindi, da inserire i dati identificativi del defunto, i dati degli eredi o dei legatari, la composizione dell’eredità con una dettagliata descrizione dei beni e dei diritti. Andranno inseriti anche il valore netto dell’asse ereditario, le passività e gli oneri deducibili.

La mancanza di alcuni di questi elementi inficia la validità dell’intera domanda e anche per questo motivo, come suggerito in precedenza, è il caso di affidare tutto a chi di successioni e pratiche di questo tipo se ne intende.

Si tratta di passaggi molto importanti e di imposte dovute che il Fisco non può non esigere. Pertanto, cercare di scappare dalla presentazione di questa dichiarazione o dal pagamento di queste tasse comporterà dei controlli e delle sanzioni che è sempre meglio evitare.

Ricordiamo che sono esonerati solo coloro i quali abbiano rinunciato, prima dei termini di scadenza, all’eredità. Sarà necessario dimostrare di essere in possesso di tutti i documenti che attestano l’effettiva rincuncia e la comunicazione della stessa a chi di competenza.