Cambio della tariffa del gas domestico: ecco tutto quello che bisogna sapere

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Il conflitto internazionale ancora in corso e la forte inflazione nel nostro Paese non lasciano di certo ben sperare in vista dell’inverno.

Moltissimi cittadini sono infatti pronti ad erodere ancora i loro risparmi, specialmente per quanto riguarda le spese per i beni alimentari e le bollette. Iniziamo quindi a preoccuparci in vista dei nuovi aumenti, che sono già stati preventivati da diversi esperti, come affermato anche in questo articolo molto interessante che ci spiega il motivo.

A fronte di queste considerazioni, molti di voi si staranno chiedendo se non si meglio provare a cambiare fornitore di gas naturale per riuscire a risparmiare sulla bolletta del riscaldamento e per questo motivo in questo articolo proveremo a fornirvi tutte le informazioni di cui avete bisogno per modificare il vostro gestore del gas domestico.

Le differenze tra il mercato di tutela e il mercato libero

Il primo punto da dover mettere sotto la lente di ingrandimento è la differenza tra il mercato di tutela e il mercato libero per il gas naturale.

Il primo è quello che viene controllato dallo Stato e viene chiamato anche “Servizio di maggior tutela”. Il fornitore è univoco a livello locale per tutti i clienti che aderiscono e le tariffe del gas in questo caso vengono definite da Arera, anche se, come potrete approfondire in questa notizia, è destinato a soccombere entro il 2024 in favore del mercato libero.

Il mercato libero è invece si differenzia da quello di tutela in quanto l’energia non ha più un unico fornitore che risponde al monopolio di Stato, ma può essere fornita dalle diverse aziende che entrano in competizione tra di loro.

Questo significa che il mercato libero permette di scegliere in modo autonomo il fornitore che si preferisce, sulla base delle tariffe e delle promozioni che può proporre in totale autonomia.

In aggiunta è anche possibile cambiare fornitore con estrema facilità: molto spesso accade che si ottengano dei bonus di benvenuto con tariffe particolarmente ridotte per i primi 12 o 24 mesi. Al termine della promozione è possibile cambiare tariffa o fornitore proprio come si riesce a fare abitualmente con la propria sim del telefonino.

Come effettuare il passaggio dall’attuale fornitore ad uno nuovo

Abbiamo parlato di semplicità e per questo motivo vediamo ora insieme cosa bisogna fare per cambiare fornitore o passare dal mercato di tutela a quello libero.

Il primo passo da compiere è quello di analizzare le diverse tariffe presenti sul mercato. Alcune aziende hanno come punto di forza un prezzo molto basso della materia prima, altre, ad esempio, offrono la possibilità di controllare i propri consumi e le proprie bollette tramite app, offrendo anche servizi aggiuntivi.

Il suggerimento che vi diamo, nonostante sia comunque un aspetto molto importante, è quello di non limitarvi a guardare solamente il prezzo.

Cercate di prediligere un fornitore che possa offrirvi anche praticità nel cambio di tariffa, nonché la possibilità di pagare le bollette online. Alcune aziende permettono anche di avere un bonus di benvenuto, con ad esempio lo sconto sui costi di redazione del contratto o anche uno sconto sulla fornitura per alcuni mesi.

Cercate l’azienda che si adatta al meglio alle vostre esigenze: basterà fare una ricerca online e le proposte da consultare non mancheranno di certo.

Ora che avete deciso quale sarà il vostro fornitore, sarà sufficiente l’invio dei vostri dati anagrafici, dell’indirizzo di fornitura e del codice pdr presente in bolletta. Se avete dei dubbi su quest’ultimo punto vi suggeriamo anche di leggere questo articolo di estra.it per capire dove si trova il codice pdr e a che cosa serve.

Questa pratica avviene normalmente tramite una telefonata, con la firma digitale del contratto. Se non siete sicuri vi suggeriamo di recarvi in un punto vendita del fornitore scelto, in modo da evitare eventuali malintesi.

Una volta stipulato il contratto, sarà il vostro nuovo fornitore sul mercato libero a segnalare la vostra disdetta al precedente o all’azienda del mercato di tutela che avevate fino a quel momento, senza il bisogno di invio di alcuna raccomandata o documento da parte vostra.

Quale tipo di contratto bisogna fare?

Infine è anche importante capire quale tipo di contratto si debba richiedere.

Se siete già residenti nell’abitazione e la precedente bolletta è intestata a voi, sarà sufficiente richiedere un normale cambio di fornitore di energia a livello contrattuale con il conseguente allaccio del contatore.

Nel caso in cui invece andiate ad abitare in una nuova casa e l’utenza del vecchio inquilino sia ancora attiva, sarà necessario richiedere una voltura del contratto. In seguito potrete sempre cambiare fornitore o tipologia di offerta.

Se invece l’inquilino precedente ha fatto disattivare il contatore, sarà necessario il subentro.

Ricordate di segnalare queste casistiche al nuovo fornitore, in modo che possa aiutarvi nella scelta di attivazione adatta alla vostra situazione.