Contratto di locazione transitorio: ecco come funziona

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Contratto di locazione transitoria: cosa c’è da sapere?

Il contratto di locazione transitoria è un tipo di accordo che ha durata breve o limitata per un dato periodo di tempo. Questa formula torna solitamente utile quando la persona che abita il posto soggetto al fitto è costretta a spostarsi periodicamente oppure quando il locale viene richiesto per scopi non abitativi.

Il fatto che il contratto sia di breve durata, però, non significa che non occorra stare attenti quando accettiamo di sottoscriverlo. Il mondo degli accordi contrattuali, del resto, può essere sorprendentemente insidioso e dunque è buona cosa informarsi a dovere prima di stipularne uno.

Quali sono quindi le cose da sapere sul contratto di locazione transitoria e quali le trappole a cui stare attenti?

Proviamo a vederci più chiaro.

Che cos’è un contratto di locazione di transitoria?

Per capire a fondo se l’accordo a cui stiamo dando consenso sia valido o meno bisogna innanzitutto conoscere la giusta definizione di un contratto di locazione transitoria e le sue rispettive caratteristiche.

Partiamo col dire che, affinché il contratto di locazione transitoria possa dirsi tale, occorre riconoscerne la brevità: questa tipologia di accordo, infatti, viene propriamente definita dai suoi termini di durata e dal fatto che essi siano al di sotto di quelli stabiliti dalla normativa appositamente stabilita in materia di locazione.

In genere il contratto in questione si rivela una soluzione particolarmente utile per gli studenti, per le persone che lavorano in viaggio o per i lavoratori fuori sede.

Ma quali sono le caratteristiche base di un contratto di locazione transitoria?

Contratti di locazione transitoria

Come dicevamo, un contratto di locazione transitoria, per dirsi tale, deve presentare determinate caratteristiche. Tra queste abbiamo in primo luogo, come anticipato, la brevità: la durata del contratto, in via generale, non supera mai i 18 mesi non rinnovabili. Inoltre, il canone dev’essere pattuito dalle parti coinvolte, fatta eccezione per determinate località per le quali vi sono dei limiti da rispettare.

Una delle cose a cui fare caso, sottoscrivendo un contratto di locazione transitoria, è appunto la clausola che ne certifichi la transitorietà: l’esigenza dev’essere, in questo caso, accompagnata da documenti che possano provarla (come nel caso di un contratto di lavoro).

Infine, è possibile riconoscere il contratto in questione anche attraverso il modulo: quello di transitorietà, infatti, ne ha uno appositamente designato.

A tal proposito, la legge n.431/1998 afferma che i moduli da utilizzare in questi precisi casi sono quelli allegati al decreto ministeriale. Ciononostante, il contratto può ritenersi valido anche senza, purché presenti le caratteristiche di cui sopra.

Il diritto alla locazione transitoria

Entrambe le parti coinvolte nell’accordo possono accedere al diritto alla locazione transitoria. Pensiamo ad esempio a quei locatori che mettono in fitto una casa vacanza e che hanno esigenza di tenerla libera per gli ospiti che succederanno il locatario.

Le modalità di comunicazione, tuttavia, possono essere diverse. Il locatore non ha l’obbligo di presentare una documentazione utile a certificare l’esigenza transitoria, cosa che invece accade per il locatario, al quale viene richiesto solitamente il contratto di lavoro.

Il locatore, ad ogni modo, è obbligato a comunicare la conferma di tale condizione attraverso lettera raccomandata. Quest’ultima dev’essere necessariamente inviata entro i termini di scadenza del contratto.

Qualora così non fosse il titolare dell’appartamento potrebbe essere costretto a risarcire l’inquilino.

Il contratto dev’essere chiaramente registrato all’Agenzia delle Entrate entro un periodo massimo di 30 giorni dal momento della stipulazione o al momento dell’inizio della locazione qualora l’accordo dovesse superare i 30 giorni.

È molto importante, infine, controllare le clausole legate al deposito cauzionale o inserirne di precise circa le modalità di pagamento.

Contratto di locazione transitorio: chi può richiederlo?

Il contratto di locazione transitorio è consentito solo in casi specifici. Vediamo insieme quali sono. Innanzitutto prima di stipulare questo contratto il proprietario di casa deve accertarsi che le motivazioni dell’affitto indicate dall’affittuario siano valide e sufficienti per farlo.

Le motivazioni valide sono le seguenti:

1.Non avere più la propria casa a disposizione in seguito ad una calamità oppure perché si deve fare una ristrutturazione;

2.Per motivi di lavoro a breve termine oppure quando una persona deve trasferirsi in un’altra città per seguire corsi o stage;

3.Non sempre è possibile effettuare interventi chirurgici negli ospedali della propria città. In questo caso il contratto di locazione transitorio è davvero utile. Può essere consentito alle persone che devono assistere i propri familiari per problemi di salute;

4.In caso di separazione, non sempre si trova immediatamente un nuovo alloggio. Anche questa motivazione risulta valida per richiedere un contratto di locazione transitorio.

La temporaneità dell’affitto deve però essere documentata in determinate clausole di contratto, dove l’inquilino indica i motivi dell’affitto e soprattutto la sua durata.

Dopo aver effettuato una verifica di tutta la fomentazione si può procedere con la stipula del contratto.