Struttura a matrice nelle aziende: definizione e caratteristiche

Struttura a matrice aziendale: cos’è, come funziona

Ti intendi di marketing aziendale e vuoi implementare le funzionalità sinergiche della tua azienda? O sei semplicemente un appassionato dell’argomento marketing e desideri informarti di più su quali siano i migliori modelli da applicare ad un flow aziendale? Che tu sia un dipendente, un imprenditore o semplicemente un amatore dell’argomento, poco importa: sarà nostra cura a farti conoscere una delle strutture aziendali più in voga negli ultimi anni, la cosiddetta struttura a matrice. Si tratta di una strategia di marketing applicata all’interno della struttura di un’azienda, in particolare sui suoi dipendenti, la cui efficacia è stata comprovata da numerosi studi sul campo. Ma vediamo meglio di cosa si tratta e cosa intendiamo quando parliamo di strutture aziendali a matrice, per poi andare a definire tutti gli effettivi benefici di questa applicazione.

Struttura a matrice: un’organizzazione dell’impresa orizzontale

Le caratteristiche di una struttura aziendale a matrice sono principalmente due: innanzitutto la divisione del lavoro avviene in base a due criteri contemporanei; in secondo luogo la struttura provvede alla presenza di una molteplicità di sistemi di comando.
Ma cosa significa questo in termini più dettagliati e pratici?
Quando parliamo di divisione del lavoro in due criteri, essi sono: le funzioni lavorative e i prodotti lavorativi.
A capo delle funzioni lavorative troviamo sempre un manager funzionale, mentre a capo dei prodotti (detti anche progetti) troveremo un responsabile del prodotto o del progetto.
Se colui che sta lavorando in azienda è un addetto alla produzione dovrà per esempio essere riferito sia almeno già funzionale sia al responsabile del prodotto.
In una struttura aziendale di vecchio stampo non esisteva una doppia divisione, ma soltanto un unico criterio di lavoro: in questo modo l’unità di comando era selettivamente gerarchica e non c’era uno scambio di opinioni o punti di vista tra due responsabili dello stesso livello; cosa che invece avviene è del fulcro delle aziende con struttura a matrice. Un’altra importante caratteristica della struttura a matrice è la creazione tra i dipendenti (o lavoratori) di gruppi di lavoro, che risponderanno e si confronteranno con le due autorità di cui sopra; per incoraggiare l’apertura di pensiero il confronto con funzionari differenti.
Nella struttura a matrice infatti i manager funzionali e del prodotto si trovano sullo stesso livello e dunque vengono a rispondere a più gruppi di lavoro contemporaneamente con la stessa autorità. Da un lato questo produce una maggiore dispersione dell’autorità centrale, inducendo inoltre notevoli fattori di stress nella persona del manager (che sia di prodotto o aziendale); ma dall’altro canto è stato provato che induca una elevatissima flessibilità e capacità di risposta agli stimoli.

Struttura a matrice: un esempio pratico e applicativo

Immaginiamo di trovarci all’interno di un’azienda metalmeccanica e di essere un impiegato che lavora nel reparto produzione. Questo impiegato X verrà coinvolto all’interno di un progetto, o gruppo di lavoro, che potrà essere presenti l’implementazione di alcuni meccanismi produttivi. Si troverà all’interno di questo progetto con altri impiegati della stessa tipologia che insieme lavoreranno all’implementazione del suddetto prodotto, e saranno supervisionati dal responsabile di progetto (una delle due figure autorevoli imposte dal modello a matrice).
Questo impiegato X oltre ad avere un responsabile di progetto sarà anche sottoposto ad un responsabile di funzione ovvero quello che normalmente monitora la sua attività quotidiana. Da ciò ne deriva che, grazie alla struttura a matrice, il dipendente dovrà rispondere sia al responsabile di funzione – come di norma – sia al responsabile di progetto. A seconda del tipo di mestiere che si sta svolgendo e delle necessità aziendali in quel preciso momento, il top manager deciderà quale delle due attività abbia maggior peso.
Al dipendente X spetterà sapersi relazionare con entrambe le figure, senza dare una maggiore autorità all’una o all’altra, ma decidendo di interfacciarsi con esse a seconda delle vere necessità aziendali e di ciò che può essere più utile e funzionale per il proprio workflow giornaliero.
La struttura così descritta non è affatto semplicistica e probabilmente ad una prima occhiata sembrerà molto più facile rivolgersi ad un solo top manager piuttosto che a due autorità separate.
Vediamo dunque insieme quali siano gli effettivi vantaggi e svantaggi della struttura a matrice e come essa possa essere applicata all’interno di un workflow aziendale funzionale.

Struttura aziendale a matrice: vantaggi e svantaggi

I principali vantaggi di una struttura a matrice così organizzata sono:
– la possibilità di relazionarsi in maniera più funzionale e intensa con i due superiori (project manager e manager funzionale), che stimolerà non soltanto la capacità di intermediazione del dipendente ma anche il team work di questi due autorità, che dovranno relazionarsi in maniera funzionale e sinergica per la riuscita del lavoro del dipendente;
– la possibilità di lavorare in team, creando delle collaborazioni a scapito dell’individualismo del dipendente presente nel modello tradizionale d’azienda;
– progettare ed incentivare non soltanto la collaborazione orizzontale tra i membri di uno stesso gruppo di lavoro ma anche quella verticale sfidando il concetto di autorità inappellabile;
– promuovere la differenziazione dei ruoli e la vestibilità di questi ultimi, favorendo lo spostamento di un funzionario meritevole in diversi settori.

Questo tipo di struttura sicuramente gode della sua massima espansione e funzionalità soprattutto nelle organizzazioni di media-buona grandezza, o comunque dotate di una certa capillarità e organizzazione interna. Rischia di sovraccaricare un’azienda poco importante e minimalista che non abbia una strutturata esperienza in ambito di marketing. Tra gli svantaggi più noti di questa organizzazione, infatti, c’è il rischio che:
– dipendenti poco aggiornati o poco collaborativi perdano il senso del lavorare in team, considerando questo atto come uno scapito per la loro carriera individuale;
– i dipendenti non sappiano con chi relazionarsi o non giudichino correttamente quale sia il loro compito all’interno della struttura aziendale;
– i fattori di stress inducano un clima teso e poco dialogato, soprattutto da parte dei dipendenti non collaborativi o dei manager che non si trovino a gestire un team work collaborativo.

Conclusione

Insomma, tutto sommato la struttura a matrice aziendale può avere numerosissime implementazioni funzionali, soprattutto in caso di aziende medio-grandi. Si tratta di un modello evolutivo rispetto a quello tradizionale, ed anche soltanto per questo vale la pena di informarsi adeguatamente per testarlo: ogni azienda ha sicuramente la sua veste più funzionale, chi dice che quella della tua azienda non sia proprio la struttura a matrice?