Regime di Cassa e Regime di Competenza: cosa è cambiato?

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Regime di Cassa e Regime di Competenza: come funziona?

A partire dal 2018, all’interno del sistema di registrazione delle fatture, vi sono stati dei cambiamenti che interessano il Regime di Cassa e il Regime di Competenza e in particolare chiunque abbia scelto di aprire una Partita Iva.

Per capire fino in fondo gli stravolgimenti subiti dal mondo commerciale e finanziario, bisogna partire da una prima distinzione tra principio di competenza e il principio di cassa.

Proviamo a fare chiarezza.

Principio di cassa e principio di competenza: qual è la differenza?

Il principio di competenza risiede nell’obbligo, imposto alle aziende, di annotare ogni transazione nel periodo di imposta di riferimento. In questo caso, dunque, il momento in cui i pagamenti vengono verificati non è preso in considerazione.

Diversamente invece accade per il principio di cassa, che implica nel calcolo del reddito unicamente i costi e gli incassi per i quali sia stata annotata una manifestazione finanziaria.

Dal punto di vista pratico, la differenza si fa tangibile tra la condizione delle aziende e quella dei lavoratori autonomi. Le realtà aziendali, infatti, applicano il principio di competenza, mentre quello di cassa viene adottato dai lavoratori autonomi, che sono portati ad inserire nel reddito i conti già saldati.

Vi è comunque da dire che il principio di competenza può essere applicato se si sceglie di adoperare la contabilità ordinaria con un vincolo di tre anni.

In tal caso, tuttavia, la registrazione del pagamento deve coincidere con l’incasso.

Regime di cassa e regime di competenza: quali sono i cambiamenti da considerare?

A partire dal 2017 molti sono i cambiamenti riguardanti questi due sistemi. Tali modifiche sono infatti state introdotte con la Legge di Bilancio 2017, che ha permesso di usufruire della contabilità semplificata attraverso il sistema del regime di cassa.

Ad ogni modo, anche in questo caso, vi è un limite imposto da rispettare. Nello specifico, le imprese che si occupano della fornitura di servizi non devono superare i 400 mila euro di fatturato. Tutte le altre attività, invece, non possono superare i 700 mila euro.

È importante sapere, infine, che per il 2017 gli importi Irpef e Irap vengono conteggiati sugli incassi del 2016.

Regime di cassa conviene?

Numerosi sono i lavoratori che hanno ritenuto valido il regime di cassa, poiché grazie alla sua introduzione sono riusciti a rimandare l’incasso dei ricavi , altri invece, ritengono che il rinvio del pagamento non rappresenti un grande vantaggio.

In tanti però sono coloro che intendono passare al regime di competenza. Il regime di competenza è indicato per i soggetti che superano il fatturato di 400.000 euro per le imprese di servizi oppure di 700.000 euro per le attività.

Contabilità semplificata o contabilità ordinaria: quale scegliere?

Entrambi i regimi , semplificato o ordinario, vengono applicati nel “comportamento concludente” , ovvero, il soggetto economico si impegna ad adottare il regime senza alcun tipo di comunicazione preventiva. Tutti i soggetti possono passare dal regime semplificato al regime ordinario e tale passaggio inizia nel momento in cui si decide di effettuare questa scelta. Il passaggio deve essere comunicato nella dichiarazione IVA e se la comunicazione non avviene , ed è quindi omessa, si potrebbe essere multati con una sanzione amministrativa che varia dal costo di 250 euro a 2000 euro.

Chi decide di passare al regime ordinario ha un vincolo di tre anni. Al termine di questo periodo di permanenza nel regime ordinario, l’operazione resta comunque valida negli anni successivi, finchè non si decide di non voler portare più avanti la società. Superati i tre anni, inoltre, il soggetto può anche decidere di ritornare al regime semplificato, e tale scelta deve essere comunicata all’Agenzia delle Entrate.

In conclusione

In conclusione chiunque abbia un’attività commerciale che gli permetta di incassare subito – come ad esempio un’attività ristorativa, una boutique o altri negozi di vendita al dettaglio – e di pagare i fornitori a poco a poco, può utilizzare il sistema del regime di cassa.

Bisogna comunque ricordare che da molto tempo alle imprese minori è permesso di adottare il regime di cassa attraverso i registri Iva integrati. In questo caso occorre però registrare non solo le entrate e le uscite – con le rispettive fatture emesse – ma anche le spese fuori campo Iva. Inoltre, a queste attività viene richiesta la registrazione delle fatture che non sono state ancora pagate e di quelle non ancora sollevate. Questi ricavi e queste spese vengono annotate nei registri IVA che sono relativi al periodo d’imposta in cui avviene l’incasso oppure il pagamento.

Risulta, per questo, molto più conveniente utilizzare un software gestionale per occuparsi della contabilità e la fatturazione. Solitamente questi software sono suddivisi in quattro sezioni, dove vengono indicate le operazioni che sono registrate nel periodo, le operazioni (sia incassate che pagate) che sono registrate negli esercizi precedenti, le operazioni (sia non incassate che non pagate) nel periodo dell’imposta e i totali IRPEF.